San Biagio è caro ai magentini che sempre accorrono alla chiesetta dedicata al santo, al bacio della reliquia. “T’a se giamò andai a binidi la gura?”, guai a mancare! E invece quest’anno non si potrà e mancherà a tutti -fedeli e non- l’appuntamento con la tradizione: bacio, gir a la fera per al firon di maroni, e po un bel piatt da buseca!
Per la tradizionale trippa ognuno potrà prepararsela a casa: purtroppo sono ancora vietate le tavolate con cui la Pro Loco onorava la mano magica degli Alpini che tra la distribuzione diurna in Piazza Liberazione e alla sera -appunto- per noi, non so quanto chili di trippa cucinava in quel giorno…
Tradizionale è anche il panettone di San Biagio che dovrebbe essere una fetta di quello di Natale, opportunamente sottratto ao golosoni e nascosto per farlo riapparire a San Biagio, secco secco e sbocconcellato ‘a benedire’ la gola.
Perchè poi questa tradizione e che centra San Biagio con la gola? Eccovi un libretto che vi spiegherà ogni cosa sulla vita del santo e sulle tradizioni legate alla sua ricorrenza.
Per chi ha meno esigenze di documentazione c’è poi la filastrocca in dialetto del nostro Davide…deliziosa, come sempre.

San Biagio tra storia e leggenda
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