El canton del dialètt – Més de Luj 2023
Al cantòn dal dialètt – Més da Luj 2023
(le parole in azzurro sono scritte in dialetto magentino)
“Luj battidor ” – Luglio battitore
Così i nostri “vecchi” chiamavano il mese di Luglio con riferimento all’epoca in cui si effettuava la manuale “battitura del grano” tipico lavoro di questo periodo estivo. L’attività agricola ha sempre richiesto un grande dispendio di tempo e di fatica. I nostri avi lavoravano duramente la terra seguendo i ritmi della natura.
A quei tempi, durante il periodo della raccolta, i mietitori lavoravano dall’alba al tramonto, impugnando con una mano la falce e raccogliendo con l’altra le spighe che venivano riunite in grandi covoni lasciati poi al sole ad essiccare. La trebbiatura, veniva effettuata anch’essa manualmente utilizzando bastoni snodati o altri strumenti per percuotere il grano e separare il chicco dalla spiga, attività questa che ha dato origine proprio al termine “battitura del grano”.
A questo punto occorreva dividere il seme dalla pula, operazione che richiedeva maestria e… un po’ di vento che aiutasse il contadino a separare le palate del prodotto di battitura sapientemente lanciate in aria. Il grano cadeva vicino e la pula un po’ più lontano….
Solo nell’800 si cominciò a meccanizzare questa attività e i miei ricordi personali arrivano dagli anni ’50 quando nelle cascine arrivava, trainata da un potente trattore, la “macchina da bàtt al furmént ”. Qui i ricordi si popolano di scene da “inferno dantesco” tra fumi di scarico, polvere e pagliuzze al vento, cigolii e rumori assordanti. C’erano cinghie e pulegge in ossessivo movimento mentre i covoni venivano infilati nelle fauci del mostro che espelleva da una parte un rivolo di semi e dall’altra, squadrate “bàll da paja ”…
L’acqua de Sant’Anna l’è mèj de la manna
L’acqua da Sant’Anna l’é méj da la manna
L’acqua di Sant’Anna è meglio della manna
Nei proverbi dialettali tra i santi del mese di Luglio (giorno 26) spicca Sant’Anna qui ricordata per il benefico effetto delle piogge verso la fine del mese quando la calura estiva ha i suoi massimi livelli. La santa è ricordata anche in altri modi:
Sperem in la dòtta de Sant’Anna – Speriamo nella dote di Sant’Anna
dove la “dote” è ancora riferita al benefico effetto che la pioggia di fine Luglio può dare alla terra riarsa dal sole estivo.
Il suo nome appare ancora nel nome di un’uva bianca, verdina e aspra, che matura precocemente verso la fine del mese e che viene chiamata:
L’ùga lujega o ùga de Sant’Anna – L’uva di Luglio o di Sant’Anna
Il culto di Sant’Anna, dal nome ebraico Hannáh che significa “grazia”, “graziosa”, è diffuso in tutta la Cristianità perchè legato alla sua maternità, all’aver portato in grembo Maria, madre di Gesù e speranza del mondo. Sant’Anna è patrona delle madri di famiglia, delle vedove e delle partorienti, colei che viene invocata nei parti difficili.
MODI DI DIRE – Tuscòss vègn a taj, anca i ong de pelà l’aj.
Tuscòss vègn a taj, enca i ung da pirà l’aj.
Tutto viene a taglio, anche le unghie per pelare l’aglio
In questo detto c’è tutto lo spirito popolare ambrosiano che è portato a valorizzare tutto anche le cose che sembrano inutili. Tutto viene buono, anche le cose piccole e modeste come le unghie. Tutto può essere utile, arrivare a proposito, a volte necessario anche le unghie per sfogliare l’aglio!
LINGUA: adré – dietro, addietro, appresso.
Questo avverbio è tra i più usati del nostro dialetto e tanti sono i modi di dire in cui è presente, vediamone alcuni nella parlata magentina:
parlà adré a ‘nqueidùn: sparlare di qualcuno.
fàgh adré a vùn: aver cura di una persona, accudirla.
vignì adré: seguire, assecondare, dare retta, convenire.
andà adré: seguire, accompagnare (anche con il canto o con la musica).
métas adré a…: accingersi; cominciare a ….
murì adré: spasimare, bramare.
cùr adré: rincorrere; fare la corte.
al dì adré: il giorno dopo, l’indomani.
bév adré: accompagnare il cibo con una bevanda.
avégh adré: aver portato con sé; essere seguito, inseguito.
dàg adré: fornire qualcosa come scorta.
fàs guardà adré: esporsi a giudizi negativi.
fàs rìd adré: esporsi al ridicolo.
vuŝà adré: rimproverare.
vés adré: star facendo
vün adré a l’òltar: uno dietro l’altro, uno dopo l’altro, uno via l’altro.
tirà adré l’ùs’c: chiudere l’uscio senza farlo sbattere.
tirà adré: svendere; scagliare.
gha pòrta nènca adré i sciàvatt: una persona che vale molto meno di un’altra
…E CHI LO SA?
La parola dialettale proposta il mese scorso era: “moriggioeù”.
Su tale argomento, il nostro lettore e amico Gaetano Dell’Agnese, che ringraziamo per il prezioso intervento, ci scrive argutamente:
“Stuzzicato dalla domanda curiosa di questo mese sul significato della parola “moriggioeu”, propongo questa serie di ragionamenti.
Premesso che alcuni diminutivi dei sostantivi “nostrani” terminano con la vocale “oeu”, come per esempio:
finistroeu = piccola finestra
üs’cioeu = piccolo uscio
cavagnoeu = piccola cesta
Tenuto conto che nella lingua latina i diminutivi terminavano con la desinenza “ulus”, come per esempio:
“avunculus” (da avus) = piccolo avo, e cioè zio materno (da avunculus deriva il francese, “oncle” = zio)
“parvulus” (da parvus) = piccolino
“musculus” (da mus, muris) = topolino
Di conseguenza il topolino, “musculus” per i latini, diventa il topolino “morigioeu” per i Magentini.
Non va dimenticato che, non molto tempo fa, questo piccolo roditore “abitava” soprattutto anche nelle nostre case, con grandi timori per le nostre mamme e gioie infinite per i nostri gatti domestici, nemici giurati dei topolini (cfr. Topolino ed il gattaccio Gambadilegno).
A conferma della diretta discendenza della nostra lingua nativa da quella dei nostri lontani avi latini (musculus = morigioeu) ecco la copertina di un numero della rivista “European Language Institute” di Recanati 1984 (n.d.r. edita in lingua latina), dal titolo “Michaël Musculus et Lapis Sapientiae” con le avventure del nostro coevo Topolino Disneyano.
(VEDI ALLEGATO)
Un saluto a tutti i lettori di Magenta Nostra, in particolare quelli che seguono la rubrica “Dai nonni ai nipoti”. Spero di essere stato chiaro e comprensibile. Grazie.
Ringraziamo noi sentitamente per l’approfondita spiegazione e per i ricordi riportati e passiamo alla parole da cercare questo mese e che senza dubbio, almeno i più attempati, hanno sentito: catanàj
Di cosa si tratta? Dai non fate i timidi… aspettiamo sempre risposte e ricordi!
Damm à trà… Consigli
Per quanti fossero interessati a gustare la nostra parlata dialettale e approfondire i dialetti del milanese:
RADIO MAGENTA – La Musica dal Dialet
https://soundcloud.com/radiomagenta/la-musica-del-dialetto
Carlo FURBELLI -“Dialett dal Cason e oltar…” https://www.facebook.com/groups/dialetto.casonese
Per le vostre risposte, i vostri ricordi o gli interventi scrivete a: https://www.facebook.com/magentanostra o info@magentanostra.it
(bibliografia: C.Beretta “A lezione di grammatica Milanese”- C.Comoletti “I mestee de Milan”- “Vocabolario Milanese-Italiano”edizioni di G.Banfi – di F.Angiolini – di F.Cherubini – WEB: Wikipedia – Accademia della Crusca – Canzon.Milan.it – Milano Free.it – www.sciroeu.it – foto Internet rielaborate e con autore sconosciuto)
Michael-Musculus