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Dai nonni ai nipoti, alla ricerca delle parole perdute… come “la scorlera” (video)

El canton del dialètt – Més de Luj 2022
Al cantòn dal dialètt – Més da Luj 2022
(le parole in azzurro sono scritte in dialetto magentino)

“Vardà el sô de Luj mett ‘legrìa, se te seet settaa giò quiètt a l’ombrìa”
Guardare il sole di luglio mette allegria, se sei seduto quieto all’ombra.
 
Ripropongo questo proverbio del mese di luglio per tentare una nuova e diversa interpretazione che lo può porre tra passato e presente.
Un tempo era certamente l’ironica asserzione del contadino nei confronti di quanti non conoscevano il duro e faticoso lavoro dei campi sotto il sole di Luglio.
Oggigiorno, il proverbio potrebbe invece assumere la valenza positiva per una sospirata e meritata vacanza che questo mese potrebbe riservarci…
Il soggetto resta il sole ed è anche lo spunto per parlare di questa parola nel nostro dialetto

LINGUA : il  soleel (suu)al sò
Vediamo alcune frasi dialettali in milanese di cui è protagonista:
ciapà tròpp sô – prendere troppo sole
ciapà on colp de sô – prendere un colpo di sole
a rebàton de sô– sotto il sole cocente
on oeucc de sô – una occhiata di sole
ciar ’me ‘l sô – cosa evidentissima
andà giò col sô – essere in difficoltà
vègh quèicoss al sô – aver dei beni, case, terra
andà come la nev al sô – cose che si consumano rapidamente
fa i ròbb a la lùs del sô – fare le cose senza sotterfugi
no gh’è sabet sensa sô – non c’è sabato senza sole
quand el sô el se volta indree, a la matina g’hemm l’acqua ai pè
quando, dopo una giornata nuvolosa, riappare il sole al tramonto, la previsione per giorno dopo è: pioggia!

MODI DI DIRE *
Continuiamo la rassegna dei modi di dire milanesi che ricorrono anche nel nostro dialetto:
Cinqu ghei de pù, ma ross!
L’origine di questo detto è misteriosa: c’è chi lo vuol far risalire ai tempi della Rivoluzione francese, quando il rosso era diventato di moda per un tragico richiamo alla ghigliottina; altri ritengono che sia riferito al colore tradizionale, festoso della porpora.
Sta di fatto che a Milano, quando si vede una donna vestita di rosso, affiora il detto: vale la pena di spendere cinque centesimi in più ma di avere il vestito rosso!
L’è ona pell de luganeghin.
La luganega è la salsiccia e il luganeghin è il salsicciotto che ha una pelle fatta di budello, poco digeribile, quando si mangia il salsicciotto la pelle si leva e si butta via. Per questi requisiti negativi della pelle del salsicciotto si suol dire l’è ona pell de luganeghin quando si vuole indicare una persona grama, un poco di buono da tenere alla larga.
L’è giò de vernis.
Questo detto non è antico. La vernice, in milanese “vernis”, serve a conferire alle cose un aspetto piacevole, lustro. Quando invece un prodotto, un oggetto è usato o logoro la vernice perde tono, si screpola. Perciò quando si incontra qualcuno che in passato se la passava bene ma per una ragione qualsiasi è un po’ decaduto e rivela il disagio della sua condizione attuale, il milanese riassume dicendo sottovoce “L’è giò de vernis!”.
*(da Gianfranco GANDINI – Accademia del Dialetto Milanese –   www.sciroeu.it)

…E CHI LO SA?
... e il vostro amico Carlo Furbelli è qua, piacevolmente, a cercare di dare il significato alle parole dialettali proposte dall’ottimo Davide Cattaneo nella sua rubrica – Al canton dal dialètt – che leggo sempre con gustoso interesse.
Stavolta spitinfia o pitinfia mi ha lasciato un poco perplesso poi ho letto che l’ambito era il linguaggio dei paninari – anni 80 –
Cià dai, comincio con un aneddoto… nel lontano 1971 ho lavorato per alcuni mesi a Milano – Corso Monforte – angolo Piazza San Babila, giusto a lato della Chiesa San Babila e dell’omonimo teatro. Primo giorno di milanesità – salgo dalla metropolitana e vedo le prime minigonne, per la verità molto molto mini (io ero abituato a Marcallo con Casone alle gonne al ginocchio o giù di lì, più giù che lì). Vabbé a mezzogiorno vado a mangiare in un bar di piazza San Babila: il bar dei paninari, e per me che gustavo solo al sanguìs (sandwich) cunt al salam è parso dignitoso e opportuno richiedere un panino col prosciutto cotto. Il bar era anche frequentato da spitinfie o pitinfie e immediatamente ho sentito materializzarsi i loro pensieri attorno alla mia persona.”Uè, questo qui da dove viene? è un cavernicolo?” Oggi ci sarà senz’altro qualche parola inglese per indicare questa situazione.
Insomma le spitinfie erano per me le ragazze particolarmente difficili e schizzinose – insomma quelle con la puzza sotto il naso.
E ho dichiarato anatema alla piazza San Babila. Le giornate successive attraversavo la piazza, percorrevo la via Montenapoleone dove si sentiva l’odore dell’oro e della ricchezza e giungevo in via Manzoni in un altro bar senza le spitinfie.  Ecco lì ho scoperto che c’era anche altra vita oltre al sanguìs; gli sfilatini di pane avevano fettine di pomodoro, insalata, uova sode o altro ma per me è stato comunque un trauma!

E sfogliando “Le parole della gente” di Gianfranco Lotti leggo che spitinfia è un aggettivo probabilmente connesso a *spittinare* *spittinio* “cinguettio del pettirosso [uccelletto assai poco socievole]” oppure, secondo altri, dal germanico *spit* sputare. Ecco, ragazza sdegnosetta, schifiltosa.

Che dire? Il nostro caro Carlo è ormai il re incontrastato di questa rubrica! Ha gustosamente risposto, anche con esperienze personali, al quesito dello scorso mese… Lo assumiamo? (ma…senza illusioni di compensi!)
Quasi certamente anche noi abbiamo sentito o magari detto :”Fà no la pitinfia! quando figli o nipoti storcevano il naso davanti a qualcosa che non volevano mangiare, dicendo che non era di loro gradimento… E veniamo subito alla parola dialettale di questo mese: bàrlafùs

Forse ricordiamo di aver sentito questa parola… ma il significato? L’invito è sempre rivolto a tutti e sarebbe interessante avere più risposte e ricordi che coinvolgono il nostro dialetto. Alla prossima!

 Damàtrà… Consigli
Per quanti fossero interessati a gustare la nostra parlata dialettale  e approfondire i dialetti del milanese:
RADIO MAGENTA – La Musica dal Dialet
https://soundcloud.com/radiomagenta/la-musica-del-dialetto
Carlo FURBELLI  -“Dialett dal Cason e oltar…” https://www.facebook.com/groups/dialetto.casonese

Per le vostre risposte, i vostri ricordi o gli interventi scrivete a:  https://www.facebook.com/magentanostra o info@magentanostra.it

(bibliografia: C.Beretta “A lezione di grammatica Milanese”- C.Comoletti “I mestee de Milan”- “Vocabolario Milanese-Italiano ”edizioni di G.Banfi – di F.Angiolini –  di F.Cherubini – WEB: Wikipedia – Accademia della Crusca – Canzon.Milan.it – Milano Free.it – www.sciroeu.it – foto Internet rielaborate e con autore sconosciuto)

 

 

 

Davide Cattaneo

Collaboratore di MAGENTA NOSTRA.
Membro del Consiglio della PRO LOCO MAGENTA.
Realizzatore, curatore e voce narrante della sezione "El canton del dialett".

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