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Dai Nonni ai Nipoti, alla ricerca delle parole perdute… e del “Panatton” (video)

El canton del dialètt – Més de Dicémber
Al cantòn dal dialètt – Més da Dicémbar (le parole in azzurro sono scritte in dialetto magentino)

“Per Sant’Ambroeus buràtta e coeus.”

Cercando qualche frase per il mese di Dicembre mi sono imbattuto in questo antichissimo proverbio contadinesco dal contenuto un po’ misterioso.
Cos’era “buràtta”? Ho dovuto cercare sul vocabolario il verbo “burattà” che corrisponde all’italiano “abburattare” col significato di separare la farina dalla crusca. Per approfondire il senso di tutto questo proverbiale sollecito occorre però cercare di chiarire alcune cose.
Tradizionalmente a S.Ambrogio (che si festeggia il 7 Dicembre) si diceva che i giorni diventano più gelidi come ricorda un altro adagio: “Per Sant Ambroeus el frègg el coeus” interpretato proprio come un incremento del freddo da quella data.
Allora: ”buràtta e coeus” consiglia al contadino di prendere la farina setacciata, di impastarla e metterla in forno per assicurarsi una scorta di pane durante il rigido mese di Dicembre.
Considerando poi i due proverbi, sorge anche un dubbio.. perché usare in un caso il termine “coeus”“cuocere” per indicare la maggiore intensità del freddo? Forse i due proverbi hanno qualche attinenza tra loro?
Anche “el frègg el coeus” aveva inizialmente lo stesso significato di mettere a cuocere riserve al giungere dei rigori invernali? …Ai linguisti del dialetto la sentenza!
Ancora un pensiero. Questi proverbi mi risvegliano tenere immagini e hanno un antico sapore… quello del pane. Forse ai più attempati ricordano madie “cun dént una bèla roeua da pan(con dentro una bella ruota di pane) dalla quale la nostra nonna, tagliava abilmente una fetta quando si andava a trovarla. Ci bastava e ci faceva contenti, non c’era altro.

Mi sono dilungato con queste storie e siamo solo a S. Ambrogio mentre il mese di Dicembre è lungo e pieno sia di importanti festività che di momenti da ricordare fino al Capodanno. Mi fermo quindi solo al giorno successivo, l’8 Dicembre, Festa DellImmacolata Concezione, rimandando il resto ad una prossima puntata.
La festività nasce dall’istituzione del dogma dell’Immacolata Concezione proclamata da Pio IX   l’8 dicembre 1854, dogma che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. 
Poiché la ricorrenza ha una grande rilevanza sia da noi che all’estero, ecco un breve cenno di come si festeggia in alcune località.
In occasione dell’istituzione Pio IX  inaugurò a Roma un monumento a lei dedicato vicino a Piazza di Spagna. Da allora tutti i papi hanno onorato la ricorrenza portando, ai piedi della colonna su cui è posta la statua dell’Immacolata, un omaggio di fiori e una preghiera.
A Napoli ogni anno nel giorno della sua festa si portano doni alla Madonna rappresentata da un grande obelisco in marmo in Piazza del Gesù.
Invece a Sassari,  all’Immacolata Concezione si svolge il famoso ‘Rito dell’Infiorata’con il quale viene anche adagiata una corona floreale sul capo della statua della Vergine Maria e del Bambino Gesù. Dato il suo rilievo a livello mondiale, questo rito, dal 2013, è stato riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO ed oggi l’infiorata è un evento al quale prendono parte turisti non solo locali ma provenienti da tutto il mondo.
In Corsica nella giornata dell’8 Dicembre la festa è doppia, perché l’Immacolata Concezione è anche la santa patrona dell’Isola francese dal 1735.
Lourdes poi si fa grande festa, essendo il luogo dove Maria ha pronunciato le parole: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Il Santuario di Lourdes in questo giorno di festa accoglie ogni anno migliaia di pellegrini che rendono omaggio alla Vergine portando mazzi di fiori.

L’8 Dicembre è tradizionalmente il giorno in cui nella maggior parte del Paese si costruiscono Presepi, iniziano gli acquisti dei regali di Natale e si addobbano gli alberi …ma non dappertutto perché a Milano, tutto inizia il giorno prima prima con la fiera degli “Oh Bej! Oh Bej!”, storico mercatino che si inaugura il 7 dicembre e nell’occasione:
“I Milanes  fan l’alber a Sant’Ambroeus e i giargiana all’Immaculata”. 
Infatti  a Milano è tradizione fare l’albero di Natale il giorno del Santo Patrono, mentre nel resto d’Italia, solitamente, si addobba l’albero il giorno dell’Immacolata. La parola “giargiana”, non è offensiva perché in dialetto milanese indica semplicemente una persona che non è di Milano.

LINGUA : vìn – vino
Visto che nel video del mese, in omaggio alle festività di Dicembre, si parla di panettone, mi è parso quasi doveroso parlare di ciò che l’accompagna quando facciamo un bel brindisi e comunque è forse interessante vedere come questa bevanda sia presente e utilizzata nella nostra parlata dialettale:
vìn biànch, ròss o négher – vino bianco, rosso
vìn che bùscia – vino spumante
vìn risént – vino frizzante
vìn amàbil ma che pisìga – vino amabile che pizzica
vìn biànch màgher – vino bianco secco
vìn de còrp – vino che ha buon corpo alcolico
vìn gnùcch o mùtt – vino sostanzioso ma pesante
vìn fàtt – vino scipito, fiacco
cavà el vìn – spillare il vino
giò vìn e sù pàroll – più si beve, maggiore diviene la loquacità
mùdà al vìn – travasare il vino
vìn bàtesaa – vino battezzato, annacquato
A proposito di vino allungato con acqua, è simpatico il gioco di parole usato in milanese con il numero quattordici per definirlo:
vìn da quatòrdes  (ovvero vìn d’acqua-tòrdes)
…e per finire
el vìn bonmercaa el menaa l’òmm à l’ospedàa
il vino a poco prezzo di certo fa male
di vòlt el vìn dòlz el deventa asée ràbiàa
a volte il vino dolce diventa aceto forte…e grandi amori si tramutano in rancore.

 …E CHI LO SA?
La ricerca del mese scorso era ancora legata a un modo di dire che oggi è quasi sconosciuto viste le poche risposte ricevute dunque: “Adess, fà minga la manfrìna” cosa significa?
Come sempre, e lo ringraziamo, ci aiuta l’amico Carlo FURBELLI  che ci scrive:
Oibò, non so da che parte cominciare pur essendo attempato e pure un poco stempiato.
Ho solo l’evidenza del significato in italiano di manfrina “tirato per la lunga, ripetuto fino alla noia” e “fare una messinscena allo scopo di ottenere qualcosa, convincere o coinvolgere qualcuno”
Però è un peccato fermarsi qui.
Vado in Piemonte da dove deriva manfrina, una variante di monferrina.
E la monferrina, musica in 6/8, è danza tipica del Monferrato e nell’Ottocento passò dalle feste popolari fino alle classi borghesi e aristocratiche.
Ah, le parole… il testo, insomma, è in dialetto… loro.  Il ritornello fa:
 “Oh bondì, bondì, bondì / ‘ncora na vòlta, ‘ncora na vòlta, / Oh bondì, bondì, bondì / ‘ncora na vòlta e peui pa pì”
.
Alla precisione e puntualità del nostro Carlo, aggiungo solo  una considerazione.
La “manfrìna” in effetti è la versione dialettale di “monferrina”, antica danza popolare un po’ stucchevole e ripetitiva, tipica del Monferrato. Il nostro dialetto ha assunto tale parola per indicare anche discorsi e comportamenti noiosi o tirati per le lunghe.
Questo mese la nostra ricerca è ancora legata a un modo di dire:
“Vèss tra gnàcc e pétàcc”…e che sarà mai.?
A voi risposte, aneddoti, ricordi ecc.ecc.,, non abbiate timore di scrivere e commentare.
Con l’occasione un grande augurio di bòn fèst a tucc”ci sentiamo più avanti!

Dam a traa… Consigli
Per quanti fossero interessati a gustare la nostra parlata dialettale  e approfondire i dialetti del milanese: RADIO MAGENTA – La Musica dal Dialet
https://soundcloud.com/radiomagenta/la-musica-del-dialetto
Carlo FURBELLI  -“Dialett dal Cason e oltar…” https://www.facebook.com/groups/dialetto.casonese

Per le vostre risposte, i vostri ricordi o gli interventi scrivete a:  https://www.facebook.com/magentanostra o info@magentanostra.it

(bibliografia: C.Beretta “A lezione di grammatica Milanese”- C.Comoletti “I mestee de Milan”- “Vocabolario Milanese-Italiano ” edizioni di G.Banfi – di F.Angiolini –  di F.Cherubini – di C.Arrighi WEB: Wikipedia – Accademia della Crusca – Canzon.Milan.it – Milano Free.it – www.sciroeu.it – foto Internet rielaborate e con autore sconosciuto)

 

 

Davide Cattaneo

Collaboratore di MAGENTA NOSTRA.
Membro del Consiglio della PRO LOCO MAGENTA.
Realizzatore, curatore e voce narrante della sezione "El canton del dialett".

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