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Dai nonni ai nipoti, alla ricerca delle parole perdute e …del “vèss Semper Giovin” (video)

El canton del dialètt – Més de Génar 2023
Al cantòn dal dialètt – Més da Génar 2023
(le parole in azzurro sono scritte in dialetto magentino)

“…e tùcc i fest  i e porta via”   “…e tùcc i fest  i a porta via

Lo conosciamo tutti questo adagio. Riferito, per via della rima, all’Epifania sembra mettere un sigillo definitivo di chiusura al periodo di festività tra vecchio e nuovo anno. Riprendono gli impegni scolastici, ricomincia appieno la faticosa attività lavorativa e lo sguardo curioso o preoccupato o pieno di voglia di vivere, corre verso altri dodici mesi da costruire e da conoscere.
Il freddo e lungo Gennaio che pian piano allunga le giornate ci riserva comunque, ancora qualche calorosa vampata, qualche sprazzo di luce che alimenta l’attesa d’una più clemente stagione.
E’ la luce dei “falò di S.Antonio” (17 gennaio) che provengono da una lontana tradizione contadina molto diffusa nei nostri paesi. Il fuoco simboleggia una sorta di purificazione dell’uomo e della natura con la volontà di abbandonare quanto appartiene ai mesi passati per potersi rinnovare.
In quest’ottica di rinnovamento, a Gennaio, in molti paesi lombardi, si svolge anche la festa della “Giubiana” (Giòbia, Gioebia, Giunbiana,Gioeubia ecc. a seconda delle località). Una eccezione è rappresentata dalla nostra città in quanto l’antico giorno, chiamato della “Giobbiana” “Giubiana”  (oggetto di un prossimo articolo), cadeva nel periodo di Carnevale e pur rifacendosi al nome della “Gioeubia“, aveva motivazioni e contenuti diversi.
Nella tradizione lombarda la “Giubiana” ricalca in parte il significato dei “falò di S.Antonio” in quanto anch’essa segna il desiderio di passaggio dalla fredda e morta stagione a quella del risveglio e del rinnovamento primaverile. Viene bruciato il fantoccio della “Gioeubia”, la strega che simboleggia la paura e le brutture del vecchio anno, per propiziarne uno nuovo che rinnovi la vita e sia ricco di raccolti e di frutti.
La morale è questa: Gennaio introduce un incognito tempo nuovo e tante domande su come sarà per noi questo tempo. Si svelerà giorno per giorno e  forse richiederà anche a noi un rinnovamento, un nuovo inizio per poterlo vivere appieno con quella giovinezza d’animo a cui allude il video di questo mese.
LINGUA : trà – gettare/buttare/scagliare
Proprio il video del mese, che ci sprona a pensare positivo e a vivere una  giovinezza della mentalità e del cuore, mi ha richiamato alla  mente un modo di dire dialettale:
sun minga nancàmò da trà vìa”- “non sono ancora da buttare”.
E’ un’asserzione che conforta l’avanzare dei nostri anni e ci sostiene nel sentirci ancora utili e attivi. In particolare quel “trà” mi è parso  interessante perché usato in tante espressioni  della nostro parlare dialettale. Vediamo qualche esempio:
trà in ari – buttare all’aria, mettere disordine, sollevare, aizzare
trà foeura – buttare fuori, svestirsi, mettere in opera(es. una finestra)
trà giò –buttare giù, abbattere, indebolire
trà a torno – divulgare, far correre voce, buttare in giro
trà a tòcch – rompere, spezzettare, mandare in rovina
trà indrée – gettare indietro, respingere, sgradire
trà in rid –buttare sul ridere, canzonare
trà insèma – mettere insieme, assemblare in qualche modo
trà àdòss – versare su qualcuno, mettersi addosso, incolpare
trà sù – vomitare
trà de màtt – ammattire
trà via – gettare via, sperperare, essere conciato male
l’è on vestìi che trà al ròss – è un vestito che tende al rosso
trà fiammm e foeug – andare in collera, dare in escandescenze
trà bràsc de per tùtt – sbracciarsi, agitare molto le braccia
trà in pé di garbuj – creare intrighi
…E CHI LO SA?
Il compito del  mese scorso era la ricerca del significato di un modo di dire:
“Vèss tra gnàcc e pétàcc”
Devo subito confessare la tirata d’orecchie che mi ha dato il nostro attento e caro amico Carlo (Furbelli) che con arguzia mi ha ricordato come deve correttamente essere scritta la frase proposta: “Vèss tra gnàcch e pétàcch” proprio con le “h” finali per evitare quanto a lui è successo.
Chiedo umilmente scusa per la disattenzione e anche per questo lo ringrazio.
Riporto quindi quanto ci ha impeccabilmente scritto:
Bene, ho iniziato a ripetere a voce alta il detto proposto dal caro Davide, così come è scritto, con la c di cielo, ma ho bausciato tutto il monitor e, quindi, ho optato per la versione con la ch di chiesa.
Vèss tra gnacch e pétàcch, comodo nella pronuncia; il mio amico Genio, che l’é da Marcall, (il genio di Marcallo!) dice gnacch e patàcch.
“Gnac” lo citò anche Italo Calvino ne “Il Marcovaldo” riferendosi ad una pubblicità luminosa che si spegneva sempre e a pezzi: da Spaak – Cognac rimaneva, spesso, solo Gnac ma non è utile alla nostra ricerca.
E allora ci dobbiamo accontentare dei numerosi “non sense” del dialetto, un insieme di fonie che danno simpatia e gradevolezza all’udito.
Questo gnàcch e pétacch, dice il Cletto Arrighi, significa – tra il sì e il no.
“Come te stee? Inscì, tra gnacch e petacch”- “Così, così – mezzo e mezzo.”
E dunque, di esitazione in esitazione, essere tra due acque, essere dubbioso;
anche non essere nè carne, nè pesce e pure essere indifferente, insomma vèss né mi, né ti.
Passiamo alla ricerca di questo mese con la parola milanese : “gàndolla
Per darvi una mano la pronuncia è: “gandula”. Certo l’avrete già sentita, magari in una frase che si contrappone ad un’altra molto conosciuta… ma il significato?
Come al solito Vi sarei grato di risposte, aneddoti, ricordi ecc.ecc. non abbiate timore di scrivere e commentare
Alla prossima puntata!
Dam a traa… Consigli
Per quanti fossero interessati a gustare la nostra parlata dialettale  e approfondire i dialetti del milanese:
RADIO MAGENTA – La Musica dal Dialet
https://soundcloud.com/radiomagenta/la-musica-del-dialetto
Carlo FURBELLI  -“Dialett dal Cason e oltar…” https://www.facebook.com/groups/dialetto.casonese
Per le vostre risposte, i vostri ricordi o gli interventi scrivete a:  https://www.facebook.com/magentanostra o info@magentanostra.it
(bibliografia: C.Beretta “A lezione di grammatica Milanese”- C.Comoletti “I mestee de Milan”- “Vocabolario Milanese-Italiano ”edizioni di G.Banfi – di F.Angiolini –  di F.Cherubini – WEB: Wikipedia – Accademia della Crusca – Canzon.Milan.it – Milano Free.it – www.sciroeu.it – foto Internet rielaborate e con autore sconosciuto)
 

 

Davide Cattaneo

Collaboratore di MAGENTA NOSTRA.
Membro del Consiglio della PRO LOCO MAGENTA.
Realizzatore, curatore e voce narrante della sezione "El canton del dialett".

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