El canton del dialètt – Més de April 2022
Al cantòn dal dialètt – Més d’April 2022
(le parole in azzurro sono scritte in dialetto magentino)
Sô sù i olίv, acqua sù i ciàpp
Sò sù i ulίv, acqua sui ciàpp
Cominciamo questo mese con uno dei proverbi dialettali più ricordati, riferiti alla S. Pasqua (quest’anno il 17 di Aprile).
Innanzitutto il significato, che comunque presumo conoscano in molti:
“ i uliv” – indicano la Domenica delle Palme che precede quella della S. Pasqua e nella quale si ricorda l’ingresso di Gesù in Gerusalemme acclamato con rami di palma e d’ulivo. In questa festività si scambiano tradizionalmente dei ramoscelli benedetti d’ulivo da conservare in casa, in segno di pace e simbolo di benedizione e protezione divina.
Una particolarità. Nella tradizione contadina di un tempo, era d’uso bruciare il ramoscello d’ulivo quando si prevedevano forti temporali o grandinate proprio per invocare tale protezione sui raccolti.
“i ciàpp” – sono qui intese come “uova” ma è interessante e un po’ più complesso l’arrivare al motivo di tale definizione come vedremo più avanti. Comunque nel senso in questione indicano la S. Pasqua.
La formulazione del proverbio è “mobile” ed indica che se ci sarà il sole nella Domenica delle Palme probabilmente pioverà a Pasqua ma è utilizzato anche al contrario, “Acqua sù i ulίv, sò sui ciàpp”, se pioverà nella Domenica delle Palme probabilmente ci sarà sole a Pasqua. Visto pertanto il tempo della passata Domenica delle Palme dovremmo formulare correttamente il proverbio che… non sempre risulta veritiero!
Torniamo a… “i ciàpp”.
L’uovo ha sempre rappresentato fin dall’antichità un simbolo dell’unione tra terra e cielo identificandolo come simbolo di rinascita della natura e di fertilità nel passaggio tra Inverno e Primavera.
I Romani usavano sotterrare nei campi coltivati un uovo dipinto di rosso, quasi fosse un sacrificio, per propiziarsi un buon raccolto.
Già in epoca pre-cristiana era poi diffusa la tradizione di scambiarsi delle uova decorate per celebrare il cambio di stagione che allora indicava anche l’inizio di un nuovo anno.
Anche la simbologia cristiana si è legata all’uovo come segno di vita. Pur apparendo inerte ed inanimato, quasi un sepolcro, l’uovo, contiene in realtà all’interno, la vita. Per questo è divenuto simbolo di resurrezione, la stessa resurrezione di Gesù che si celebra nella S. Pasqua.
Lo scambiarsi uova in questa occasione è allora, non solo augurio, ma anche affermazione di rinnovamento e rinascita.
…Ma “i ciàpp” ? Già, perché il dialetto ha forgiato tale termine per indicare le uova quando esiste anche il termine “oeuv”?
La differenza è culinaria in quanto “ciàpp” o “oeuv in ciàpa” definiscono le uova sode, proprio come quelle che venivano un tempo dipinte e regalate per Pasqua e che oggi sono diventate di cioccolato.
Attinente al periodo pasquale è anche il tipico piatto primaverile fatto con insalatina novella e uova sode, sì… l’intramontabile: “insalata e ciàpp”!
LINGUA : oeuv e oeuv in ciàpa (uovo e uovo sodo)
Continuiamo col tema pasquale delle uova indagando nel dialetto milanese le associazioni al nome e alcuni modi di dire. Ecco alcuni esempi:
Oeuv gallaa – uovo fecondato
Oeuv in camisa – uovo rotto e versato nell’acqua fino a far rapprendere il bianco
Oeuv in cereghin – uovo rotto e fritto in padella
Oeuv strapazzaa – uovo rotto e spezzettato in padella
Oeuv sbattuu – uovo sbattuto e utilizzato in diversi modi, es. in tegame per fare la frittata, nel brodo per le stracciatelle o per lo zabaione
Ciar d’oeuv – albume
Ross d’oeuv – tuorlo
Andà sui oeuv – camminare in bilico… come le donne con tacchi troppo alti
Avègh tredes oeuv per donzenna – avere un grande vantaggio o fortuna
Fa l’oeuv foeura del cavagnoeu – fare uno sbaglio o essere preso in fallo
Covà i oeuv – stare con le mani in mano, non fare nulla
Pien comè un oeuv – sazio, zeppo, ubriaco
Trovà el pel in de l’oeuv – essere pignoli, cercare scuse per criticare
Sperlà i oeuv – guardare le uova attraverso la luce per vedere se sono buone
L’è mej on oeuv incoeu che una gaijnna doman – è meglio un uovo oggi che una gallina domani
Per finire il discorso sull’uovo, l’ultima indagine riguarda la “ciàpa” traduzione dialettale dell’italiano chiappa, natica. L’argomento in fondo non sembra tanto complesso. Se pensiamo infatti all’uovo sodo sgusciato, tagliato a metà, bianco e consistente, comprendiamo quasi immediatamente come il dialetto, nella sua immediatezza spiritosa, abbia facilmente associato tale immagine a dei glutei… per cui uova sode come… “ciàpp”!
…E CHI LO SA?
Al nostro Carlo FURBELLI divenuto ormai interlocutore fisso di questa rubrica vorrei dare, in questa sede, l’attestato ufficiale di collaboratore. Sappiamo che gestisce una pagina di facebook “Dialett dal Cason e oltar…” condividendo questa passione per il dialetto delle nostre terre. Tanto per conoscerlo meglio aggiungiamo qualche notizia personale che ci ha fornito:
Sono del 1951 e ho frequentato le scuole medie “4 giugno 1859” quelle tacà la gesa San Ròcch e ci arrivavo in bici dal Cason (Marcallo con Casone) passando vicino al Cadinìn, sottopassando le stanghe dell’allora passaggio a livello. Successivamente ho frequentato l’Einaudi diventando “ragiunatt”. E poi, e poi ho fatto alcuni mesi di stage – mi sembra che adesso si chiami così – gratis insomma, a l’Ufissi Registar, l’Ufficio del Registro che si trovava sopra l’ex mutua.
E tutte le mie ulteriori e varie vicissitudini sono avvenute in quel di Magenta.
E veniamo a quanto ci ha scritto relativamente al significato della parola dialettale proposta nel mese scorso: carpògn
…e io che per settantanni ho detto crapògn… crapògna! Vabbè, sono ancora in tempo a redimermi. Però è anche vero che per la proprietà commutativa matematica e, ehm lessicale, cambiando l’ordine delle lettere il risultato con cambia!
Detto questo, carpògna è la cattiva rammendatura, delle calze in particolare, che le rende visivamente raggrinzite. E andando al maschile, carpògn è, per analogia, il viso ugualmente raggrinzito, butterato – el par on remolazz carpògn –
A quei tempi era la faccia per lo più segnata dal vaiolo, ora invece facciamo riferimento al viso pien da bursioeu e da bugnon (foruncoli, bubboni o ascessi).
E per fortuna che c’è il “tiolo che i a fà vignì a có inscì che s’ciòpan“.
L’ittiolo è quella pomata nera che col suo effetto risolvente (c’è scritto così sul bugiardino) di fatto porta a maturazione i vari foruncoli e simili sistemando e… risolvendo il tutto.
Aggiungerei soltanto una indicazione fatta nel vocabolario Banfi, dove carpògn che indica la ricucitura/rammendo fatto male o in genere le brutte cicatrici delle ferite, si cita anche carpògnada per indicare qualsiasi lavoro domestico malfatto. Una parola al femminile, derivante dalle predette e un tempo usata dal nostro dialetto in tono dispregiativo, è carpègna …per indicare una bruttezza assoluta.
La parola dialettale di questo mese su cui fare ricerche è: spegàsc (spigàsc) con i suoi vari significati ed utilizzi. …Forse è troppo facile, ma spero sempre di leggere maggiori risposte e ricordi da parte dei lettori!
E per finire, gli AUGURI PASQUALI ve li mando con un componimento in dialetto magentino del nostro affezionato lettore che si firma Nino DAMENO:
Par fà Pasqua. Buona Pasqua a tüt al mund, Nino DAMENO
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Per fare una buona Pasqua Buona Pasqua a tutto il mondo, 1 Il mondo dei “terrapiattisti e negazionisti in genere”
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DAM àtrà… : Consigli
Per quanti fossero interessati a gustare la nostra parlata dialettale e approfondire i dialetti del milanese:
RADIO MAGENTA – La Musica dal Dialett
https://soundcloud.com/radiomagenta/la-musica-del-dialetto
Carlo FURBELLI -“Dialett dal Cason e oltar…” https://www.facebook.com/groups/dialetto.casonese
Per le vostre risposte, i vostri ricordi o gli interventi scrivete a: info@magentanostra.it o https://www.facebook.com/magentanostra
(bibliografia: C.Beretta “A lezione di grammatica Milanese”- C.Comoletti “I mestee de Milan”- “Vocabolario Milanese-Italiano”edizioni di G.Banfi – di F.Angiolini – di F.Cherubini – WEB: Wikipedia – Accademia della Crusca – Canzon.Milan.it – Milano Free.it – www.sciroeu.it – foto Internet rielaborate e con autore sconosciuto)