El canton del dialètt – Més de Aprìl (Avrìl) 2023
Al canton dal dialètt – Més d’Aprìl 2023
(le parole scritte in azzurro sono in dialetto magentino)
Pasqua la vegnarà quand la luna de Marz la se impienirà
Pasqua la vignarà quand la luna da Marz la s’ impienirà
Pasqua verrà quando ci sarà la luna piena di Marzo.
Questo vecchio proverbio dialettale ci ricorda che questa festività è “mobile” e che la data di celebrazione si colloca nella prima domenica dopo la luna piena di Marzo anche se è quasi sempre il mese di Aprile ad ospitarla.
La Pasqua celebra la resurrezione di Cristo, è quindi un evento di pura gioia che porta pace e serenità. Da questa affermazione possiamo trarre un motto dialettale e un simbolo:
“Son content come ona Pasqua!”
“Essere contenti come una Pasqua” rappresenta bene, per il credente, l’esultanza derivante dallo straordinario annuncio di speranza contenuto nella celebrazione pasquale, mentre la pace e la serenità trova un importante simbolo nella colomba.
Questo uccello fa tornare alla mente il racconto del diluvio universale. Noè manda in esplorazione una colomba che ritorna portando un ramoscello d’ulivo, segno di riconciliazione, del perdono di Dio e del ripristino della pace nei confronti degli uomini. Così anche oggi nel mondo la colomba è considerata simbolo di purezza e di pace non solo sul piano religioso ma anche dal punto di vista laico.
Col passare del tempo il simbolismo della colomba ha trovato anche una sua trasposizione dolciaria. Si dovrebbe entrare qui, in una più vasta storia: quella del pane. Ha attraversato i secoli divenendo pane dolce della festa con nomi e lavorazioni, forme e provenienze le più diverse, sempre però con lo scopo di rallegrare le festività e le tavole di tante generazioni.
Come non ricordare da noi, il panettone e la colomba pasquale! Anche quest’ultima è un’invenzione milanese.
Fu creata a Milano negli anni Trenta da Dino Villani, pubblicitario della ditta milanese Motta, che ebbe l’idea di utilizzare i macchinari per la produzione del panettone natalizio anche a Pasqua con un impasto analogo.
E… dopo il dolce, non ci resta che inviare, per la festa ormai vicina, i più fervidi AUGURI per una serena e santa PASQUA!
LINGUA : pàn – pane
Dopo averne accennato sopra vediamo qualche esempio di come tale parola è usata nel nostro linguaggio dialettale:
pàn biànch e pàn négher – pane bianco e pane nero
pàn croccànt – pane ben cotto, con la crosta
pàn motaa – pane non cotto bene, mal lievitato
pàn brustolii – pane abbrustolito
pàn frèsch e pan pòss – pane fresco e pane non di giornata
pàn moin – pane inzuppato nel vino
pàn giàld – pane con farina di granoturco
pàn grataa – pangrattato
pàn còtt – pane bollito nell’acqua o nel brodo
pàn che g’hà sètt cròst – pane guadagnato con molti sacrifici
mangià pàn e cortell – mangiare solo pane
digh pàn al pàne vin al vin – essere sinceri, chiamare le cose col loro nome
vèss bòn comè ‘l pàn – essere d’indole buona
vèss minga pàn per i tò dént – non adatto a te, cosa non ottenibile
vèss a pàn e pèssin – essere a stecchetto, vivere con grande parsimonia
…e per finire, qualcuno forse si ricorda di questa filastrocca:
pin pìn, càvàlìn, sòta ‘l pè del tàolin,
pan pòss pan frèsch induina chi l’è quèst!
(la storia di questa filastrocca, raccontata dal nostro caro Gianfranco GANDINI potete trovarla seguendo questo link: https://www.ilgiorno.it/milano/cultura/pin-pin-cavallin-1.2088722)
MODI DI DIRE e DERIVAZIONI : Ciapa sü
Questo modo di dire, che significa “accontentati” o “beccati questa” è una formidabile combinazione di due espressioni celtiche.
La ü non è infatti francese, ma celtica, così come ciapar deriva dal celtico hapà, che significa appunto “prendere”.
Una sessantina di parole della lingua italiana, derivano dal celtico e sono legate al mondo della natura, tanto venerato dai Celti. Ad esempio i nomi dell’allodola, del Salmone, le espressioni come becco o garrese, la brughiera, l’ardesia, la roccia, sono tutti di derivazione celtica.
Tratto da: “Milano nasce Celtica”, di Tito Livraghi
…E CHI LO SA?
Lo sa il nostro Carlo (Furbelli)! Anche questa volta ha contribuito, con grande cultura, a svelare in modo esaustivo il significato della parola proposta lo scorso mese: sacagnìn.
Nel ringraziarlo ecco cosa ci scrive:
“Dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno dal sacagnìn ne faremmo volentieri a meno.
Si perché il sacagnìn è l’attacabrighe, quello che al fà tacà lit.
Anche con la Z zaccagnìn che è tanto onomatopeica.
E ugualmente zaccagarbuj: attabrighe.
Zaccagnare è collegato all’antico francese taquiner aizzare, simile all’olandese tagghen e al tedesco zanchen la cui radice zac o tac è attaccare.
Oggigiorno il sacagnìn si è evoluto ed utilizza anche il web.
E’ il troll, una persona il cui solo scopo nella vita è cercare utenti su Internet con cui litigare sugli argomenti più banali.
Ignorare il sacagnìn o i sacagnìtt al plurale e i troll è opera meritoria.”
Tanto per aggiungere qualche difficoltà, la parola da cercare in questo mese non sono riuscito a scovarla sui dizionari di milanese anche molto usata in dialetto dalle nostre parti:
barfui e il derivato barfuion.
Dai! Frugate nei ricordi …se poi li raccontate inviandoli, la cosa è più che mai gradita!
Alla prossima…
Dam a traa… Consigli
Per quanti fossero interessati a gustare la nostra parlata dialettale e approfondire i dialetti del milanese:
RADIO MAGENTA – La Musica dal Dialet
https://soundcloud.com/radiomagenta/la-musica-del-dialetto
Carlo FURBELLI -“Dialett dal Cason e oltar…” https://www.facebook.com/groups/dialetto.casonese
Per le vostre risposte, i vostri ricordi o gli interventi scrivete a: https://www.facebook.com/magentanostra o info@magentanostra.it
(bibliografia: C.Beretta “A lezione di grammatica Milanese”- C.Comoletti “I mestee de Milan”- “Vocabolario Milanese-Italiano ”edizioni di G.Banfi – di F.Angiolini – di F.Cherubini – WEB: Wikipedia – Accademia della Crusca – Canzon.Milan.it – Milano Free.it – www.sciroeu.it – foto Internet rielaborate e con autore sconosciuto)