Quattro passi nel dialetto Milanese e Magentino – Marzo 2021
Quali proverbi dialettali usavano i nostri avi per il mese di Marzo? Ecco qui:
Márz marzòtt, l’è istèss el dì e la nòtt
…ed è quasi un annuncio di Primavera con l’equinozio del giorno 21 quando la durata del giorno è uguale a quella della notte. Il termine equinozio deriva dalla locuzione latina aequa nox , proprio ad indicare «notte uguale (per durata) al dì»
Márz polverent, per fa segale, scigoll e forment
Non potevano mancare detti riferiti alla vita agricola dove Marzo polveroso e quindi asciutto, è foriero di raccolti abbondanti di segale, cipolle e frumento. L’abbondanza del seminato è anche assicurata se:
Márz succ e april bagnaa, beato el villan ch’ha somenaa
Anche i proverbi riferiti al tempo sono un tema classico della “saggezza popolare” ricavata dall’esperienza:
La név marzolina la dura da la sera a la mattina
riferita alla neve di Marzo che poco resiste ai primi tepori di questo mese. Per terminare, ecco come il mese, che in italiano diciamo “pazzerello”, viene definito nel colorito gergo dialettale:
“Marz l’è fioeu d’ona baltrocca; on dì el pioeuv, on dì el fiocca, on dì el tira vent, on dì el fa bell temp”.
GRAMMATICA – …almeno un pochino, sui VERBI
A differenza dell’italiano che ha tre coniugazioni, il dialetto lombardo (con qualche differenza provinciale) ne ha quattro. Tre corrispondono direttamente con l’italiano
are-à (parlare-parlà); ere-è (vedere-vedè –magentino vidé); ire-ì (dormire – dormì)
la quarta coniugazione è per i verbi che finiscono in consonante (es. scrivere – scrìv)
Altra particolarità nel lombardo, è la presenza di molti verbi fraseologici, ecco qualche esempio:
fà foeura – uccidere; cattà foeura – scegliere; dà denter regalare/scambiare;
borlà giò – cadere; ciappà denter – urtare; mangià foeura – sperperare/dilapidare
Vediamo se ne trovate altri…
DERIVAZIONI – dal Tedesco
Vi sono nel nostro dialetto parole che hanno una radice derivata dal tedesco e sono probabilmente un retaggio della dominazione austriaca prima dell’unità d’Italia.
stràcch da strak “stanco” scossàa da schoss (grembo) “grembiule”
busècca da butze “trippa” sgnàppa da schnaps “acquavite-grappa”
baùscia da bauschen “gonfiarsi”
Parola usata per il comportamento un po’ sbruffone e supponente che identifica la figura tipica del “milanés baùscia”
ghèll / ghèi da geld (pronuncia gheld) “soldi”
In generale soldi ma in modo particolare “centesimi”, monete di poco valore tanto che viene usato per definire anche una persona o una cosa che vale poco :
“el var cinch ghèi “.
Il “poco” della parola diventa anche misura per identificare i “centrimetri”
CURIOSITA’ – Ròba de ciòd.
Il detto ha origine “artigianale”. Nelle ebanisterie le giunture dei mobili e delle cornici si facevano mediante accurati innesti, dando al mobile solidità ed elasticità, sostituire gli innesti con i chiodi significava eseguire un lavoro poco accurato, da strapazzo. Da questo sprezzo per i chiodi da parte degli ebanisti è venuto il detto ròba de ciòd che si usa per qualificare una cosa o un fatto che non merita considerazione
…E CHI LO SA?
In diversi hanno dato la risposta esatta al quesito dello scorso mese: Spuèll.
Il vocabolario Cherubini traduce Spuèll e Spuèlleri come rumore-chiasso-chiassata ed anche come sproloquio. Magari con questa parola ricordiamo quel che dicevano in magentino i nostri vecchi: “Oh, gent, l’ha mis giò un spuèl da Maria Luisa ” …ma non ho mai capito bene chi fosse costei… (forse Maria Luisa D’Asburgo e le vicende legate al matrimonio con Napoleone Buonaparte?!) se qualcuno riesce ad illuminarmi!
Così questo mese la parola proposta è : …Sperla. Cosa vi suggerisce?
E per finire con una nota gioiosa, visto che in Marzo inizia la Primavera ecco un video dedicato a lei…
(bibliografia: C.Beretta “A lezione di grammatica Milanese”- C.Comoletti “I mestee de Milan”- F.Cherubini “Vocabolario Milanese-Italiano”- WEB :Wikipedia – Dialettando.com – Canzon.Milan.it – Milano Free.it)