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Dai nonni ai nipoti, alla ricerca delle parole ritrovate… in “La vòs” (video)

El canton del dialètt – Més de Ottòber
Al cantòn dal dialètt – Més da Utubar
(le parole in azzurro sono scritte in dialetto magentino)

Ottober l’è el mes che se pertega i rogor, i scerr e i luzin, per fann i giand de dà ai porscell. 
Ottobre è il mese in cui vengono abbacchiati i roveri, i cerri e i lecci (querce e alberi della stessa famiglia) per raccogliere le ghiande da dare ai maiali .

(da “Menisc Mes’ciòzz” di Elena Paredi )
Con queste parole Ottobre ci viene incontro con un’immagine d’altri tempi e il dialetto dipinge uno dei lavori che caratterizzavano questo mese.
Siamo entrati nell’autunno e la natura sta mutando i colori. Nei campi i lavori seguono l’accorciarsi delle giornate ed è ancora tempo di raccolta (uva, riso, castagne, noci, nocciole, funghi) e di inizio della semina (quella del grano inizia, secondo la tradizione, verso la fine di ottobre con l’aratura dei campi).
A questo proposito, avendo una …certa età, mi resta ancora viva l’immagine di un tiro di buoi dai quali fumava il respiro nella bruma autunnale e del paisan, (il contadino) che seguiva lento nel solco manovrando l’aratro e le bestie.
La parola “paisan” ha stuzzicato la ricerca e il ricordo di altre persone, con nomi dialettali,  che svolgevano attività legate all’agricoltura.
Innanzitutto il contadino: paisan, deriva dal latino pagus (villaggio) per indicare chi abita in paese e lavora la terra.
Al fattur , il fattore dal latino facere (fare) che dirige e amministra l’impresa agricola.
Al famèj, dal latino famulum (famiglio), il contadino a cui si affida la custodia delle mucche, la mungitura e la manipolazione del latte in aiuto al casee (il casaro) addetto alla lavorazione dei latticini.
Al bifùlch, il bovaro, custode dei buoi, che accudisce il bestiame e lo impiega nei lavori agricoli.
Al ranzadur, il falciatore che utilizzava la ranza la grande falcia per tagliare l’erba dei prati per farne fieno.
Al fenaggiòn, che prepara il fieno rivoltandolo e ammucchiandolo col furcòn e lo carica sul carr  (altra immagine persa quella dei grandi carri stracolmi di fieno che andavano verso le cascine).
Al cavallant, il cavallante che guida un cavallo da carico o un càrétt, carro trainato da un cavallo da tiro.
Al bergamin, il mandriano che a piedi accudiva le mandrie. Il nome deriva dai luoghi (valli bergamasche) di transumanza delle mucche verso la pianura nella stagione invernale, attività che ha interessato anche la nostra vallata del Ticino.
Al mornee, il mugnaio proprietario o gerente di un mulino a cui veniva portato il grano o le sementi in genere, per produrre farine.
Al campee di acqu, (acqu plurale di acqua) il camparo che ha la custodia delle acque di irrigazione e le distribuisce a seconda dei tempi e delle colture agendo sulle chiusure a saracinesca dei canali e dei fossi curandone anche la manutenzione.
(tratto in parte  da :”I mestee de Milan” di Cesare COMOLETTI)
Per finire, dopo le divagazioni …agricole, qualche annotazione sul mese di Ottobre, così chiamato in quanto derivazione dal latino October cioè l’ottavo mese dell’anno romano che iniziava col mese di Marzo.
L’accorciarsi delle giornate di Ottobre, sarà ancor più evidente col ritorno all’ora solare prevista per Domenica 29 mentre il giorno 28 la luna sarà protagonista di una eclissi parziale che oscurerà una piccola porzione della sua parte più bassa. Inizio previsto alle ore 20,01 italiane mentre il culmine sarà raggiunto alle 22,15.
MODI DI DIRE : “Se la và… la gh’ha i gamb!”.                        
Capita spesso nella vita di trovarsi di fronte al dubbio, se un tentativo abbia o meno possibilità di successo. Talora nel valutare la possibilità serve l’esperienza o l’intuito, spesso il caso o la fortuna decidono coincidenze felici.
Da tutto questo la saggezza del popolo milanese ha tratto il detto che mira a dimostrare che spesso è il caso che decide.
Perciò, scherzosamente, quando qualcuno tenta una iniziativa spericolata ma che con un po’ di fortuna potrebbe andare bene,   dice filosoficamente: “se la và… la gh’ha i gamb!” (se va, ha le gambe). Se mi riesce, sono fortunato.
 …E CHI LO SA?
Il mese scorso abbiamo ripreso la nostra ricerca di parole dialettali con:
“lugànega”,  ” lugàniga” .
“ E allora…luganeghiamo”, ci scrive simpaticamente il nostro caro amico Carlo (FURBELLI) precisando poi:
“Dal Vocabolario del Cherubini: “Lugànega e scherzosamente, Corda de Monscia (ndr_ corda di Monza): Salsiccia. Carne di majale sottilmente tritata, addobbata di sale e droghe, e messa dentro le intestina d’agnello ben ripulite”.
E’ detta anche in latino “Lucanica”. Il Forcellini e con esso il Voc. Napoletano dice: “Lucanica a lucanis populis a quibus romani milites primum didicerunt”;

ma il Salvioni la pensa diversamente, poichè nelle sue note alla “Secchia Rapita” del Tassoni dice: “Lucanica latinamente da Lucca, dove si fa ottimamente”.
Pussee longh de la luganega…” , più lungo del sabato santo, suole dirsi di chi sia assai lungo nelle sue cose.
Sono un po’ scarso di ricordi e aneddoti anche perché, da ragazzino, pensavo che fosse al “pan cun l’üga, al pan tramvaj “che prendevo a Magenta nella panetteria sotto i portici e che aveva diverse e profumatissime alternative.
Poi, aumentata l’età, è aumentata anche la consapevolezza culinaria, ullallà!”
Un altro caro amico e affezionato lettore, Gaetano DELL’AGNESE, ci parla in modo dettagliato, con interessanti puntualizzazioni e un …gustoso quadretto familiare d’altri tempi, della parola in questione:
“Ecco un mio modesto contributo alla voce “misteriosa” di questo mese.
La bella e buona “lugàniga” (il cui nome quasi sicuramente deriva dal latino (“lucanica, ae”), conosciuta ed apprezzata nelle nostre contrade, lo era anche nelle terre abitate dai romani antichi.
Innanzitutto una breve osservazione sull’evoluzione della consonante gutturale sorda “c” in quella gutturale sonora “g”. Nelle lingue native milanesi e affini non è raro trovare questi passaggi. Per esempio, in magentino: mònaca mùniga, fatìca fadìga, lumàca lümaga, ed altre parole, compresa la lunica → lügàniga.
Il significato di questo “saporito” vocabolo è “salsiccia“. Ben lo sapeva anche il nostro Francesco Cherubini che, estasiato dal suo profumo invitante, nel suo Vocabolario “Milanese – Italiano” – pubblicato nel 1839,  dedicò a questa fortunata invenzione quasi mezza pagina.
E ricordo ancora quando, verso la fine di un mese di giugno di molti anni fa, mia nonna aveva preparato a figli e figlie (miei zii e zie), come pure agli amici che, tutti insieme si erano dedicati alla mietitura manuale, con falce messoria, del buon frumento, una montagna di risotto rigorosamente giallo, con rossa e abbondante “lügàniga”.
Va precisato che bambini e ragazzi pranzavano da soli su di un apposito tavolino dedicato soltanto a loro (noi) all’esterno, nel cortile della fattoria.
Mentre gli adulti erano ammessi nella sala grande e fatti accomodare ad una tavola immensa, dove, con piatti invitanti e fumanti, stavano anche alcune bottiglie di vino.
Anche oggi, non è raro trovare ristoranti che offrono questa tradizionale specialità, come pure mogli e mariti amanti della cucina e delle belle ricette di un tempo che fu.”
Con le narici ancora impregnate del profumato ricordo di un bel risotto con salsiccia, apriamo la caccia alla parola dialettale di oggi: “sabètta”
Che sarà mai? Comunque al di là del significato che molti forse conoscono è sempre interessante e delizioso ritrovare ricordi, situazioni, racconti legati a questa parola…
Fate uno sforzo… voi scrivete, noi pubblichiamo!
Gli indirizzi sono quelli riportati a fondo pagina… sa sintum!
Dam a traa… Consigli
Per quanti fossero interessati a gustare la nostra parlata dialettale  e approfondire i dialetti del milanese:
RADIO MAGENTA – La Musica dal Dialet
https://soundcloud.com/radiomagenta/la-musica-del-dialetto
Carlo FURBELLI  -“Dialett dal Cason e oltar…” https://www.facebook.com/groups/dialetto.casonese
Per le vostre risposte, i vostri ricordi o gli interventi scrivete a:  https://www.facebook.com/magentanostra o info@magentanostra.it

(bibliografia: C.Beretta “A lezione di grammatica Milanese”- C.Comoletti “I mestee de Milan”- “Vocabolario Milanese-Italiano ”edizioni di G.Banfi – di F.Angiolini –  di F.Cherubini – WEB: Wikipedia – Accademia della Crusca – Canzon.Milan.it – Milano Free.it – www.sciroeu.it – foto Internet rielaborate e con autore sconosciuto)

 

 

Davide Cattaneo

Collaboratore di MAGENTA NOSTRA.
Membro del Consiglio della PRO LOCO MAGENTA.
Realizzatore, curatore e voce narrante della sezione "El canton del dialett".

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