Quattro passi nel dialetto Milanese e Magentino 2
Con gli Auguri per l’Anno Nuovo e la Speranza che possa essere davvero migliore di quello passato, eccoci al secondo appuntamento con il nostro “dialet”.
voce Davide Cattaneo
Un tempo la lingua italiana era una seconda lingua, da imparare come tale dopo la prima, cioè dopo il dialetto e in questo viaggio da fare insieme alla riscoperta di una memoria collettiva, sarebbe bello avere anche da parte dei lettori qualche ricordo, qualche immagine, qualche modo di dire o qualche parola smarrita nelle stanze di antichi pensieri.
Non abbiate timore di inviarci vostre impressioni, idee, suggerimenti perché anche questa è una semina di nostrana Cultura per quelli che vengono dopo di noi .
Aspettando vostri interventi su info@sergiocattaneo.it o tra i commenti della nostra pagina facebook cominciamo, con le precisazioni dell’altra volta, a rivedere parole ed espressioni dialettali.
Alle mie nipoti che mi guardavano con occhio allibito mentre parlavamo in dialetto, la prima cosa insegnata loro è stata quella di contare almeno fino a dieci, provate anche voi con i vostri figli e nipoti…
1 Vün Voeuna (femminile milanese) Vüna (femminile magentino)
2 Düü Dò (femminile)
3 Trii Tré “
4 Quatter Quatar (magentino)
5 Cinch 6 Ses 7 Sett 8 Vòtt 9 Noeuv 10 dés
(ü – inserimento fonetico per u chiusa)
Finisco questa parte rinfrescandoci la memoria sulla coniugazione del presente indicativo del verbo Essere = Vess :
mì son, sunt (se seguito da consonante es. mì son bon – mi sunt andaa)
tì te see, seet (stessa regola del precedente)
lù l’è
num semm
vialter* sii (*in magentino il “voi” è pronunciato “violtar”)
lor inn
E con la grammatica, per ora, finiamola qui…
CURIOSITA’ – “a ufa” (es. mangià a ufa)
Questo modo di dire ha lontane origini e deriva dal fatto che occorreva pagare dei dazi per il trasporto di materiale sui barconi del Naviglio. Per la costruzione del Duomo di Milano, Ludovico il Moro decise però di abolire tale tassa sul materiale destinato a questo scopo facendo apporre sullo stesso la dicitura “A.U.F” (dal latino ad usum fabricae) in riferimento all’uso per la Fabbrica del Duomo. Da qui il passo è breve per l’assunzione dialettale che indica l’utilizzo gratuito, il beneficiare senza pagare…a ufa !
DERIVAZIONI – dal Latino
Avendo citato il latino ecco alcune parole in dialetto che derivano direttamente da tale lingua:
Vosà da Ausare (gridare) – Incoeu da Hinc Hodie (oggi)
Giontà da Iunctare (aggiungere) – Cadrega da Cathedra (seggio,sedia)
…E CHI LO SA?
Qualcuno ha risposto correttamente all’interrogativo sul verbo “cinquantà” e il significato è proprio: cincischiare, baloccare, guardare per il sottile ..Stà minga lì tant a cinquanta
Il quesito di oggi è invece un oggetto così chiamato dai nostri vecchi ma che non ho trovato nei vocaboli milanesi : la sapé . Cosa sarà mai? Ditemelo voi!
…Con i migliori Auguri di Sereno Anno Nuovo!
(bibliografia: C.Beretta “A lezione di grammatica Milanese”- C.Comoletti “I mestee de Milan”- F.Cherubini “Vocabolario Milanese-Italiano”- WEB :Wikipedia – Dialettando.com – Canzon.Milan.it – Milano Free.it)