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Drappi d’Argento
La Biennale di Venezia premia gli studenti della scuola F. Baracca

Da dodici anni la Biennale di Venezia promuove, attraverso un concorso nazionale rivolto alle scuole italiane di ogni ordine e grado, progetti creativi finalizzati alla realizzazione di opere artistiche, laboratoriali e performative, indicendo il premio Leone d’Argento per la creatività. 
Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato per il 2020/2021 agli alunni della Scuola Media F. Baracca dell’Istituto Carlo Fontana per il progetto: 
“Seemingly Something went wrong when I stood up for the Roll Call”. Alcuni studenti sono stati invitati a partecipare ad un laboratorio sul gesto e sulla performance condotto dal professor Pierfabrizio Paradiso, con il supporto del professor Aronne Almasio, durante il quale hanno avuto la possibilità di riflettere sul valore della scuola come luogo di formazione, non solo culturale ma anche umana, soffermandosi su tutte quelle esperienze che permettono di costruire il senso comune di solidarietà, supporto e cooperazione, intesi come valori fondamentali per la costruzione di una società aperta ed inclusiva. 
Il lavoro trae spunto dalla riflessione sulla ricerca artistica di Tim Rollins, artista ed insegnante americano prematuramente scomparso, il cui intento è stato quello di trasformare l’esperienza estetica dell’Arte in uno strumento di educazione ed emancipazione individuale, che permetta di intercettare – come nel suo caso – situazioni di difficoltà e marginalità all’interno di contesti a rischio e di recuperare tali soggettività attraverso l’esperienza del fare arte in un contesto di comunità e condivisione. Da questi presupposti è nata l’esperienza di K.O.S. (Kids of Survival) nelle periferie di New York, che lo ha portato ad esporre i lavori dei suoi studenti all’interno delle istituzioni più prestigiose ed autorevoli del mondo dell’arte contemporanea. 
Da queste premesse gli alunni magentini sono stati chiamati ad essere i protagonisti di alcuni quadri allegorici che rielaborano un’idea di “Atlante del Gesto” e diventano il veicolo di valori fortemente identitari e sociali, riconfigurando e sovvertendo in alcuni casi la funzione di alcuni oggetti iconici del mondo della scuola, quali l’aula, lo zaino, il libro, gli strumenti per lo sport e per le arti attraverso il proprio dispositivo corpo e la relazione con l’altro. La formalizzazione finale dell’opera è consistita nella stampa di due drappi in tessuto fissati come stendardi e sostenuti dai muri portanti all’interno di un locale comune del plesso “F. Baracca”. 
Sui drappi è stata impressa la rielaborazione prodotta dai risultati del laboratorio in dialogo con il segno grafico “I AM”, il cui significato muta a seconda del percorso che si intraprende all’interno dell’edificio, diventando ora affermazione – I Am – ora domanda – Am I? -, ricollocando l’importanza della centralità dello studente e dell’affermazione della propria identità all’interno del processo educativo e pedagogico di formazione. E’ proprio attraverso questi percorsi che il prof. Paradiso dà voce alla sua “pedagogia del gesto artistico”, un itinerario di ricerca, da tempo intrapreso, teso – come lui stesso afferma – “a ripensare l’Arte come esperienze del Quotidiano, tra le cui trame la cultura non diventa appannaggio elitario od esperienza extra-ordinaria, ma un nuovo possibile spazio di discorso all’interno del quale artista e spettatore non soggiacciono ad alcuna gerarchia verticale o ruolo predefinito ma tutto, semplicemente, si svolge.” 
Spazio di discorso, centralità dello studente, affermazione identitaria e dimensione democratica, all’interno dell’istituzione scolastica, sono paradigmi oggi imprescindibili del fare scuola – commenta il dirigente, prof. Davide Basano – per favorire percorsi individuali e collettivi di riflessione e costruzione del sé e della relazione sociale, sfide determinanti nell’età preadolescenziale”. 
Come affermava Tim Rollins, ed è l’auspicio che estendiamo a tutti coloro che sono impegnati nella difficile arte di educare, “quando lavori con i giovani artisti da vero mentore, fai arte usando il tempo verbale al futuro. E’ un onore nonché una grande responsabilità.”

Natalia Tunesi

Redazione

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