Testo di Paolo Moneta pubblicato su MAGENTA NOSTRA n. 3 aprile 1994
Non tutti i magentini sono a conoscenza dell’importanza storica che rivestono le ventiquattro insegne processionali del XVIII sec., custodite un tempo nella Chiesa di S. Rocco, ora nella Basilica di San Martino (ndr), popolarmente chiamate i “Misteri”. E solo pochi sanno che la loro completa conservazione rappresenta quasi un fatto unico in Italia. Infatti il destino di questi oggetti, ritenuti in alcuni casi troppo legati alla superstizione popolare più che alla fede, ha spesso seguito la sorte delle Confraternite, ormai da tempo soppresse, a cui erano affidate in custodia.
Oggetti popolari di culto, ancora oggi portati in processione per le vie della città il giorno del Venerdì Santo, i “Misteri” affondano le loro radici nell’antico dramma liturgico di matrice nordica. Il gallo, il dado, le vesti, la canna con la spugna imbevuta di fiele erano racconto per gli analfabeti, simboli di richiamo alle sacre rappresentazioni medioevali, quando il personaggio di Cristo sfilava tra la folla urlante e piangente di dolore.
La funzione simbolico-rappresentativa di queste insegne processionali, con simbolo e cartiglio, è stata assunta, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, dalle immagini pittoriche o scultoree, che, stabilmente collocate all’interno delle chiese, ripercorrono i momenti (stazioni) più significativi della Via della Croce (Via Crucis).
L’attuale Via Crucis mira a ricreare l’ambientazione storica degli ultimi giorni della vita di Cristo e della sua Risurrezione, fissandone i 14 episodi, ritenuti più importanti, con immagini particolareggiate, così da guidare il fedele, quasi prendendolo per mano, verso la comprensione del sacrificio divino.
I “Misteri” invece, mediante l’uso di una simbologia elementare, riescono ad evocare nella mente dei fedeli, in modo più diretto ed immediato, il profondo significato teologico insito in ogni gesto e avvenimento della Passione.
Didascalie immagini: “L’arte del Sacro. Manifestazioni popolari e culto nel territorio di Magenta” a cura di Eugenio Mario Guglielmi (1990, Parrocchia S. Martino-Magenta)
Nota: nella photogallery manca il n. 2 Mistero Eucaristico “Io sono il pane vivo disceso dal cielo” attualmente in restauro
Serie di 24 Misteri astili di contorno alla Croce processionale del Venerdì Santo Autore ignoto , sec. XVIII Serie di 24 Misteri astili di contorno alla Croce processionale del Venerdì Santo Autore ignoto , sec. XVIII “E fecero per lui una grande cena” “Gli diedero trenta denari” (Simbolo dell’imminente martirio) “Salve Maestro, e lo baciò” “Tutti quelli avranno usato la spada periranno “Se ho parlato bene, perché mi colpisci?” “Dopo che Pietro negò, subito il gallo cantò” “La mia pena nelle ore del mattino” “E fui flagellato per tutto il giorno” “Posero sul suo capo una corona di spine” (simbolo del cristo sofferente) “Costui indicando colui che era flagellato, disse: ecco l’uomo” “Si lavò le mani davanti al popolo dicendo: io sono innocente” (Simbolo delle cadute lungo la via del Calvario) “Egli cadde a terra con la croce” “Questo è un segno d’amore” “Sulla mia veste gettarono la sorte” “Si dividero tra loro le mie vesti” “Lo crocifissero all’ora sesta” “trafissero le mie mani e i miei piedi” “Avvicinarono una spugna intrisa d’aceto alla mia bocca” (Simbolo del Crocifisso) “Chi mi ama prenda la mia croce e mi segua” “Una lancia squarciò il suo costato” “(invito a guardare) più avanti” (Simbolo della risurrezione) “Salirò alla gloria per raccogliere i suoi frutti” (Simbolo dello Spirito Santo) “Affinché vedano”