Magenta, in rigoroso ordine alfabetico, Città della Battaglia, del Colore, della Musica, della Santa, e, fosse mai, anche dei Libri e della Lettura.
Realtà associative, librerie, biblioteca e scrittori locali da tempo impegnati allo scopo non mancano, benché le loro proposte risultino note solo a quanti si informano scorrendo la stampa locale, le locandine e le pagine facebook che ne danno notizia. Se consideriamo inoltre che è il Bel Paese non eccelle per numero di lettori, l’acquisizione di un tale prestigioso appellativo appare utopico. Tuttavia, mai disperare!
Si è svolta nel tardo pomeriggio di venerdì 10 novembre, in Biblioteca ,la presentazione de ‘All’ombra del ‘900. Storie di uomini soli’ di Raffaella Nova Santagostino, Edizioni La Memoria del Mondo, primo degli appuntamenti dell’iniziativa ‘Intorno Book City Magenta’ di cui va sottolineato – sempre a vanto cittadino – come quella ‘magentina’ di Tino e Luca Malini sia l’unica Libreria nella provincia milanese a promuovere la manifestazione culturale nata a Milano nel 2012.
Dopo l’esordio nella narrativa, un anno fa, con ‘Le donne dimenticate’, l’autrice, magentina di adozione, ci racconta ora di commoventi, dolorose esistenze, trascorse e consumatesi all’ombra di eventi che hanno segnato la Storia del ‘900. Protagonisti uomini comuni, non eroi ai quali vengono dedicati monumenti o dai nomi incisi nel bronzo a futura memoria, ma persone qualsiasi. ‘Persone’, appunto. E su questo termine si è soffermata Raffaella Santagostino leggendo le parole di Svetlana Aleksievic messe in esergo: “Io cerco di ridurre la grande storia alle dimensioni della persona … dove sono lacrime e sentimenti” e richiamando gli assunti del pensiero del filosofo francese Emmanuel Mounier, esponente del Personalismo.
“Volevo fare un omaggio a mio marito – ha spiegato – scrivendo racconti di guerra, ma non ci sono riuscita, perché la guerra vista dagli uomini mi fa paura. Ho pensato invece di affrontare quello che succede dopo una guerra”. Quello che succede a un reduce della Guerra di Libia e del primo conflitto mondiale, a un grande invalido rimasto cieco durante la battaglia di Vittorio Veneto, a un giovane che nel secondo difficile dopoguerra emigra in Belgio dove diviene minatore, a un bimbo profugo istriano, a un ragazzo cui una bomba inesplosa maciulla una mano e ad altri ancora, costretti a rinunce, vinti dal pregiudizio sociale, destinati a separazioni, alla solitudine.
Uomini ‘soli’. Ma non ‘i soli’.
Quante le persone segnate nel corpo e nell’animo da un destino avverso simile a quello dei protagonisti del libro, alcuni dei quali conosciuti realmente in passato dalla scrittrice, il che aggiunge ulteriore verità alle storie. A loro un omaggio sofferto, appassionato, coinvolgente, espresso con penna attenta, colta, essenziale. A lei l’apprezzamento del pubblico che ha preso parte all’incontro condotto dalla sempre piacevolissima Maria Luisa Busti, intervallato da brani musicali, eseguiti da tre giovani allievi del Liceo Musicale, e dalla lettura di una poesia della stessa Santagostino e di una di Cesare Pavese, affidate alla voce di Valeria Valisi e di Davide Cattaneo.
A conclusione un arrivederci, dato che non c’è due senza tre anche per la Nostra.