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La tradizione musicale magentina (testo e podcast)

Testo di Alessandro Colombo pubblicato su MAGENTA NOSTRA n. 3 aprile 2004

Oggi a Magenta la musica è coltivata con passione da un crescente numero di persone; diversi magentini hanno raggiunto in passato posizioni di rilievo in ambito musicale, e ancora oggi ricoprono incarichi importanti e di grande responsabilità. È indubbio che si può parlare di una tradizione musicale Magentina, che la costruzione del Teatro Lirico (1904) ha legittimato ed ulteriormente accresciuto. Qualcosa si può riscoprire delle origini di questa tradizione: per necessità di sintesi e per valore storico trascrivo quanto detto su “Magenta musicale” nell’opuscolo celebrativo di uno dei più importanti avvenimenti mai tenutosi a Magenta, ovvero la Prima Esposizione Regionale Agricola Industriale e Zootecnica che si svolse dal 15 agosto al 30 settembre del lontano 1910. In quell’occasione, il segretario del Comitato Esecutivo dell’Esposizione, tal Giuseppe Fornaroli, così appunto scrisse: “Fra le molte qualità che adornano i Magentini, non ultima è la passione veramente nobile per la musica, che il popolo ha per così dire insita nell’animo. Hanno fama di buoni musicanti non solo presso le popolazioni circumvicine ma anche altrove, poiché da tempo remoto esistono in Magenta compagnie filarmoniche che si spingono in Isvizzera, in Germania e perfino nella lontana Pietroburgo a compiervi stagioni musicali. Qui come in tutta Italia, in cui nacque il melodramma, il teatro di musica è sempre stato in onore, pur non esistendo un teatro [compagnia teatrale] locale, e si è sempre amata straordinariamente la musica unita alla rappresentazione scenica. I cantori della chiesa di Magenta erano ricercati nelle sagre dei paesi vicini. Si hanno notizie di un teatro per commedia che, [a quanto si dice], nel 1804 si teneva in una chiesa, forse l’Assunta. Più tardi di una compagnia drammatica che diede una tragedia intitolata Santa Crescenzia. Ma [a partire dal] 1849, dopo la battaglia di Novara, in cui Francesco Pagani entrò in Magenta, e vi si stabilì [aveva combattuto tra le file piemontesi, ed era stato a Magenta in qualità di soldato] quanta strada percorsa nell’ars severa! Francesco Pagani divenne subito l’organista, il maestro e il direttore della Schola Cantorum, diffuse vieppiù l’amore all’arte musicale, affinò il gusto, perfezionò l’esecuzione, in breve guadagnò ammirazione grande ed entusiasmo sincero. Oltre e più della musica sacra coltivò e rese popolari molte opere, trasformando i cantori della chiesa in buoni attori, i quali in un teatro assai primitivo seppero eseguire con arte, degna di miglior ambiente, le seguenti opere: Norma, Sonnambula, Don Checco, La Pianella perduta nella neve, Il Trovatore, Elisir d’Amore, Giulietta e Romeo. Da tutti i paesi circumvicini il pubblico accorreva festante e vi accorrevano i ricchi e i poveri e tutti che amassero la musica. É con compiacenza che a Magenta si ricordano, ancor oggi, i nomi cari di quegli attori, tra i quali i cugini Filippo e Vincenzo Fornaroli, tenori distinti, Luigi Barenghi, baritono incomparabile, Carlo Dameno e Luigi Stoppa, caratteristi veri, ed i fratelli Cattaneo, bassi profondi, e molti altri non meno valenti. L’orchestra ottima e i cori bene istruiti formavano un tutto perfetto. Al maestro Pagani, anima di questo periodo d’oro per la musica in Magenta, ai suoi attori, ai mecenati, che generosamente sovvennero il teatro, vada l’ammirazione e la riconoscenza dei Magentini. Oggi, che grazie alla munificenza dell’illustre nostro concittadino Giovanni Giacobbe, abbiamo un elegante, bellissimo teatro [il Lirico appunto], facciamo voti che, ritornando a brillare, Magenta musicale, ritemprata l’energia nel ricordo del passato, volga a migliore avvenire”. E non fu auspicio mal posto, visto che due magentini in particolare, Emilio Colombo (classe 1874) e Antonio Valisi (classe 1893), raggiunsero in campo musicale posizioni di rilievo nei primi decenni del Novecento, esempi di successo per i molti musicisti magentini di oggi; il primo, violinista di grande talento, tanto da essere notato da Tchaicovksy, si esibì in tutto il mondo, dalla Russia (dove suonò per lo Zar) al Giappone all’Inghilterra; il secondo, violoncellista, suonò con Toscanini e divenne primo violoncello nell’orchestra della Scala.

Laura Invernizzi

Membro del Consiglio della PRO LOCO MAGENTA
Giornalista, realizzatrice e voce narrante della sezione "Podcast"

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